GIOVANNA D'ARCO


Coreografia e regia: Julie Ann Anzilotti 
Personaggi e interpreti
Giovanna: Paola Del Cucina
Le Voci: Ramona Caia e Claudia Tizzanini 
Musica: D. Darling, P. Giger, Kronos Quartet, G. Scelsi 
Scenografia: Tiziana Draghi 
Costumi: Loretta Mugnai 
Luci: Andrea Margarolo 
Tecnico del suono: Roberto Nigro 
Organizzazione: Roberta Tassini 

Produzione: Regione Toscana- Teatro Comunale Niccolini- Ministero per i Beni Culturali e dello Spettacolo - Compagnia Xe.

Lo spettacolo ha ricevuto segnalazioni di preferenza come uno dei migliori spettacoli nella sezione teatrodanza per il PREMIO UBU 2004.

Giovanna d’Arco, personaggio la cui presenza è sempre vivissima e tenace, mito reincarnato nelle mille immagini e personificazioni in letteratura, pittura, poesia, cinema: è infatti storia politica, religiosa, mito, poesia, tutto insomma convive in questa figura che continua a far discutere. 
Più che l’aspetto storico dell’eroina leggendaria, che riesce là dove i potenti avevano fallito, questo lavoro intende coglierne gli aspetti emotivi e interiori: la fragilità e il coraggio del tutto umani che si confondono con l’ispirazione divina delle sue gesta. Due “Voci”, trasformate in corpi danzanti, come angeli la consigliano, la esortano, la consolano, guidano il suo cammino. Quella che desideriamo incontrare è una Giovanna d’Arco nei momenti morti della storia, nelle pause delle battaglie, in un momento qualsiasi dell’anno di vita che trascorse in prigione.
Pensiamo alla sua semplicità disarmante e innocente, alla sua ironia, ai suoi dubbi, alla sua solitudine, alle sue paure, alle sue esaltazioni e alla dedizione per la propria missione che non le impedisce di essere solidamente ancorata alla vita, di ridere, di piangere, di sognare, di seguire le sue visioni, di dare ascolto alle “Voci”. 
Simbolo dell’eroina gloriosa, Giovanna è anche il prototipo del prigioniero politico, dell’ostaggio, della vittima di altre forme di oppressione sull’uomo che fanno parte della vita quotidiana nel nostro secolo. La persona sola di fronte a ideologie che soffocano e fantasmi che uccidono. 
Il personaggio stesso di Giovanna, le sue parole e il comportamento, erano in netto contrasto con la protervia di quei sapienti che dovevano giudicarla. Una donna semplice che in guerra era più esperta di un capitano, una contadina analfabeta che si comportava come se sapesse più di quei dottori che tenevano in mano la chiave della scienza, una ragazza di meno di vent’anni che si fidava più delle proprie visioni che della loro ogniscienza.

La strategia di Giovanna d’Arco in battaglia consisteva espressamente nel portarsi là dove era l’azione: all’avanguardia in un assalto, in retroguardia se si trattava di proteggere una ritirata. E’ il suo coraggio personale che conta.
Nella sua armatura da combattimento ha saputo restare femmina. Tutto in lei respira una sensibilità profonda ed anche, a momenti, quel genere di debolezza, rassicurante presso una donna forte, che consiste nel conservare intera la propria capacità di emozione: ride, piange; piange facilmente.
C’è gaiezza, umorismo nelle sue risposte al processo di condanna. Giovanna non era per niente rassegnata alla prigione e alla morte: amava fortemente la vita e la libertà.


Joan, with neither grave nor picture

A character whose presence is ever-enduring, the myth of Joan of Arc takes renewed life and personification in literature, art, poetry, theatre and the cinema. Indeed, political and religious history, mythology and poetry unite in her in an ongoing subject of discussion.
This work does not delve into the historical aspects of the legendari heroine, desiring instead to point out the typically universal human aspects: the combination of fragility and courage counfounded by the divine inspiration of the deeds. Joan embodies three distinct entities: maiden, warrior and saint, each enveloped in an uncommon existence,The three different aspects will be intrpreted by three different dancers. Two voices as angels guide the three Joans, urging, consoling and counseling them on their respective ways.
More than ther trials and the agony of her death, we want to look at her “non historic” moments:
battle intervals, the long period in prison.Moments when her disarmingly innocent simplicity, irony, doubts, solitude, fears, exalting dedication for her high mission do not interfere with her solid attachment to life, laughing, crying, dreaming, following her visions and voices. It is this aspect
of interior life, which shall foreever remain a mistery surrounding Joan’s extraordinary person, which we wish to look at and represent.
The prototype of a glorious heroine, Joan is also the prototype of a political prisoner, a hostage and of any victim of man’s oppression. She is alone in facing ideologies that suffocate and kill.
The performance aims at isolating a moment in Joan of Arc’s last year of life that she spent in prison.
In her battle armour Joan was able to remain a woman: everything in her breaths a profound sensibility and sometimes that type of weakness,very reassuring in a strong woman, that consists in keeping entirely her capacity of emotions: she laughs and cries easily.

 

Hanno scritto

Giovanna prende la spada che diventa simbolo delle sue imprese e della sua missione certo più mistica che politica almeno in questa lettura fra danza e teatro della coreografa Julie Ann Anzilotti [...] Un lavoro apparentemente spoglio ma non privo di intensità [...] Sul palco Giovanna [...] bambina cerca ingenuamente di raggiungere quella luce più che umana che piove su di lei dall'alto. [...] Con Giovanna ci sono due compagne che vivono con lei i momenti dell'accettazione, dell'elevazione e del conforto [...] Con Giovanna vivono la prigionia e la cullano una volta morta come in una "pietà"...

Francesco Tei, dal servizio Rai Tg3 del 09 marzo 2004


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